La documentazione prima del XVI secolo

È davvero possibile ripercorrere i secoli per ricongiungersi alle numerose discendenze dei figli di Noè (genealogia noachica)? Nonostante le più importanti tradizioni culturali delle civiltà umane inizino con genealogie (presenti nella stessa Bibbia e nei Vangeli), le reali possibilità di documentare le relazione con capostipiti così lontani nel tempo è molto improbabile.

Risalendo i secoli, per recuperare informazioni e documenti sulla propria storia familiare, si devono fare i conti con due enormi ostacoli: la rarità di fonti documentarie e l’instabilità dei dati anagrafici, in particolare, del cognome che soltanto nella tarda epoca moderna acquisisce un definitivo consolidamento di natura giuridica a partire dalla creazione dei primi catasti e dello stato civile.  

Non altrettanto ricchi di dati genealogici, gli archivi notarili integrano per questo periodo gli archivi parrocchiali e possono rappresentare una valida fonte di informazioni, dato che, in alcune aree dell’Italia, essi risalgono al XIII secolo.

Molto importanti, tuttavia, potrebbero risultare gli atti notarili che riguardano l’ambito delle relazioni familiari: emancipazione dei figli, patti matrimoniali e testamenti, spesso registrati a parte.

Per alcune importanti famiglie nobili o gentilizie è possibile attenuare, ma non annullare, queste difficoltà, poiché molte informazioni ad esse relative si possono trovare negli archivi delle istituzioni pubbliche e di governo degli Stati italiani di antico regime, per lo più conservati presso gli Archivi di Stato. Inoltre, dal secolo scorso, molte di loro hanno donato o depositato i loro preziosissimi archivi, dichiarati di notevole interesse storico, agli Archivi di Stato.

Essi spesso conservano raccolte di antichi diplomi, soprattutto pubblici e di altri documenti in pergamena (diplomatici) e di tavole genealogiche della famiglia, che nei riordinamenti effettuati tra il ‘700 e l’800 erano posti tra le prime partizioni in cui veniva articolato l’archivio familiare, per rappresentare, in sé, l’antichità del casato e il legame con le famiglie reali.